Fare colloqui di lavoro è come essere in classe. In senso buono.

Valeria Graffeo
Tradotto da Valeria Graffeo
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Quando parliamo di colloqui di lavoro, solitamente pensiamo a due parti coinvolte: colui/colei che intervista e il candidato/a. Allo stesso modo, in un ambiente di classe, spesso facciamo riferimento a un insegnante che trasmette la conoscenza e gli studenti che la assimilano e costruiscono nuove forme su quanto appreso.

Ho notato alcune somiglianze tra questi ambienti apparentemente molto distanti tra loro, basati sulla mia esperienza di insegnante di italiano.

Evitare di correggere

Sarebbe dannoso correggere lo studente in continuazione, mentre sta cercando di articolare un messaggio, per piccoli errori di grammatica che non interferiscono con la trasmissione dello stesso. Invece è più adeguato offrire una soluzione alternativa e corretta quando il significato non è chiaro e il messaggio pronunciato non sarebbe compreso.

Analogamente, durante un colloquio di lavoro, evitiamo di intervenire per correggere piccoli errori di sintassi, o una forma poco elegante, lasciando invece spazio al candidato/a per esprimersi senza distrazioni.

Dare loro più spazio per parlare, e noi ascoltiamo

Un'altra regola di buon senso è consentire e incoraggiare gli studenti a parlare. Mentre è essenziale per la comprensione orale fare affidamento a un parlante madrelingua per esercitarsi, è anche cruciale lavorare fin dall'inizio per cercare di non essere timidi e usare la lingua target come mezzo di comunicazione.

Lo stesso vale durante i colloqui lavorativi dove possiamo esercitarci ad ascoltare, sorridere, annuire, mostrare empatia, e riconoscere che in effetti “è una buona domanda!”. Domande di riscaldamento sono utili per rompere il ghiaccio.

Metalinguaggio

Infine abbiamo il concetto di metalinguaggio, cioè parlare della lingua usando la lingua stessa, ad esempio per spiegare regole grammaticali.

Questa è un'abilità avanzata che si manifesta quando programmiamo in coppia (pair-programming), e descriviamo il codice che vogliamo scrivere per raggiungere lo scopo prefissato, come quando applichiamo il TDD (Test-Driven Development.) In altre parole, usare codice per descrivere codice.

Conclusione

A thoughtbot, il processo per i colloqui di lavoro:

  • utilizza il pair programming come forma di collaborazione per la soluzione dei problemi, rinforzando la comprensione, e trovando soluzioni;
  • consente la riduzione dello stress iniziale iniziano con alcune domande di riscaldamento;
  • esercita empatia verso il candidato/a, evita domande trabocchetto, afferma che non ci sono risposte giuste o sbagliate;
  • valorizza l'importanza dell'ascolto e dell'imparare l'un l'altro.

Amministriamo colloqui di lavoro dove i ruoli di colui/colei che intervista e i candidati si mescolano, impariamo l'uno dall'altro, collaboriamo, ci sforziamo di ascoltare meglio, e facciamo in modo che l'empatia la faccia da padrone. Queste azioni aiutano a creare un ambiente in cui i candidati si sentono più a proprio agio, ed è il modo in cui lavoriamo tutti i giorni.